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Perché i capelli diventano bianchi?

Perché i capelli diventano bianchi
Perché i capelli diventano bianchi

Ecco spiegato perché i capelli con l’avanzare dell’età tendono a schiarire e diventare bianchi

Quando cominciano a spuntare i primi capelli bianchi si pensa subito che si sta invecchiando. La perdita del proprio colore naturale è infatti un fenomeno graduale che inizia in età adulta e diventa definitivo durante la vecchiaia.

Naturalmente ogni persona è un caso a sé e può capitare di trovare ventenni già con qualche capello bianco, come sessantenni che hanno ancora una chioma del proprio colore. 

Sembra inoltre che vi sia una correlazione tra capelli bianchi e etnia a cui si appartiene. Studi hanno infatti dimostrato che le persone di razza caucasica hanno tendenza ad incanutire prima degli afroamericani e degli asiatici.

A ogni modo, la reazione che si ha di fronte ai primi capelli bianchi varia da uomo a donna: se per i primi è un segno di saggezza, per le seconde può causare disagio dal punto di vista estetico.

Come mai i capelli diventano bianchi? Vediamo nel dettaglio le cause:

L’invecchiamento dei capelli

In media ogni capello ha una vita che dura tre anni; una volta caduto, ne ricresce uno nuovo. Il capello però prende il proprio colore dalla melanina che viene prodotta, esattamente come accade per la pelle.

Ogni volta che spunta un nuovo capello perciò devono riformarsi anche le cellule che danno la colorazione e col tempo queste tendono ad usurarsi. Il risultato è che i capelli hanno progressivamente molta più probabilità di crescere bianchi.

Più nel dettaglio, la melanina viene prodotta dai melanociti. Le cellule staminali presenti nei follicoli piliferi sono responsabili della produzione dei melanociti e quindi ne costituiscono una riserva.

La produzione è regolata dal cosiddetto “gene del fattore di trascrizione”, che comanda alle cellule staminali di produrre i melanociti. Quando questo processo viene rallentato, ecco che i capelli non hanno più melanina e crescono bianchi.

Altre cause

Oltre alla vecchiaia, che è la principale causa, la mancata produzione di melanina può essere dovuta anche ad altri fattori, come:

  • Lo stress
  • Un’alimentazione povera di vitamina B, rame e iodio
  • Malattie e scompensi ormonali
  • Cattive abitudini quali fumo e alcol

In generale, tutto ciò che può causare un cattivo apporto di nutrienti ai bulbi piliferi, può aumentare la probabilità che questi perdano le loro normali funzioni vitali, provocando quindi l’invecchiamento dei capelli.

Come contrastare i capelli bianchi

Ovviamente, una volta che i capelli hanno iniziato a diventare bianchi, c’è ben poco da fare. Per continuare però ad averli del proprio colore e mantenere così un aspetto giovane, si può fare ricorso a tinture.

Al giorno d’oggi ne esistono di tutti i tipi e ne esistono anche di naturali, che sicuramente rispetto a quelle chimiche non sono dannose per il cuoio capelluto e ne preservano la salute.

Alopecia da stress, quanto c’è di vero?

Alopecia e lo stress, correlazione e verità
Alopecia e lo stress, correlazione e verità

Tutta la verità: L’alopecia e lo stress

Sin dall’800 si è sospettato che lo stress fosse una delle cause scatenanti della caduta dei capelli, e al giorno d’oggi è possibile affermare che esista realmente un legame tra le due cose.

In questo caso si parla di alopecia psicogena e si manifesta in seguito ad una situazione problematica o tutte le volte che il nostro organismo deve affrontare un’attività particolarmente difficile. 

In linea di massima le cause principali sono tre:

  • periodi di particolare stress fisico e psicologico (esami, problemi sul lavoro o personali…)
  • eventi traumatici o grandi cambiamenti (divorzio, perdita di una persona cara…)
  • alterazioni dello stato d’animo o stati depressivi.

Generalmente la caduta dei capelli si manifesta circa dopo 2-4 mesi dall’evento scatenante ma se è gestita correttamente la situazione tende a normalizzarsi in poco tempo.

Le cause nel dettaglio

La causa dell’alopecia psicogena però non è lo stress in sé. Questo infatti innesca una serie di reazioni a livello fisiologico che portano poi alla perdita dei capelli.

Il nostro organismo infatti è preparato a rispondere agli stimoli esterni, mettendo in atto dei meccanismi interni per far fronte agli squilibri causati dallo stress.

In particolare viene attivato l’asse ipotalamo-ipofisi-corticale del surrene (HPA), che è responsabile del rilascio di ormoni corticosteroidi e cortisolo come risposta in caso di pericolo. 

Altri studi hanno anche dimostrato che i bulbi piliferi sono percorsi da numerosi neurotrasmettitori. Questi rispondono all’evento stressante liberando delle sostanze che funzionano da mediatori dell’infiammazione

Il risultato è che i capelli cadono e la crescita è rallentata. Il cuoio capelluto può inoltre presentare infiammazioni ed essere soggetto ad arrossamenti.

 

Come curare l’alopecia da stress

Fortunatamente l’alopecia psicogena è un disturbo temporaneo e passa non appena la causa che ha scatenato lo stress si risolve. Tuttavia è possibile favorire la ricrescita dei capelli utilizzando dei piccoli accorgimenti, che sono un po’ gli stessi utilizzati per curare la caduta dei capelli stagionale.

Può essere quindi utile seguire uno stile di vita sano, curando l’alimentazione e cercando di avere dei ritmi regolari. Ḕ poi importante fare attività fisica, magari privilegiando gli sport all’aria aperta piuttosto che quelli al chiuso.

Un ultimo consiglio infine è di assumere degli integratori e utilizzare dei cosmetici come shampoo delicati  e lozioni in grado di stimolare la microcircolazione sanguigna sul cuoio capelluto.

In questo modo i capelli dovrebbero tornare a ricrescere senza problemi. Solo in casi molto gravi la perdita dei capelli è irreversibile e porta alla calvizie. 

A questo proposito però non bisogna confondere l’alopecia da stress con quella androgenetica, che è invece legata a fattori ereditari.

La tricopigmentazione scelta dai personaggi famosi

VIP e Personaggi famosi, la tricopigmentazione
VIP e Personaggi famosi, la tricopigmentazione

 I VIP e la tricopigmentazione.. una realtà?

L’alopecia androgenetica purtroppo colpisce tutti indipendentemente dal grado di popolarità e anche molti personaggi famosi si trovano a dover combattere con la perdita dei loro capelli.

Alcuni vip hanno però scoperto la tricopigmentazione e hanno effettuato il trattamento con risultati efficaci e sorprendenti. I motivi per cui l’hanno scelta riguardano innanzitutto la naturalezza del risultato, che garantisce una copertura ottimale e omogenea dell’area in cui sono caduti i capelli.

Il secondo motivo, non meno importante, è che la tricopigmentazione non è invasiva, e non ha nulla a che vedere con il classico trapianto di capelli. Di conseguenza non lascia cicatrici o segni evidenti sul cuoio capelluto, cosa importantissima per chi è sempre sotto i riflettori e quindi deve apparire sempre al meglio.

La cosa incredibile è che a scegliere la tricopigmentazione sono personaggi famosi di ogni età, che hanno quindi visto come questa procedura sia un’ottima alternativa rispetto ai metodi tradizionali più invasivi per combattere la calvizie.

Tricopigmentazione: quali vip ne hanno fatto ricorso?

Vediamo una breve carrellata di vip italiani e internazionali che hanno effettuato con successo questo trattamento.

Tra gli italiani la tricopigmentazione è stata utilizzata soprattutto dagli sportivi. Il caso più celebre è quello del nuotatore Luca Marin, che ha voluto anche documentare la seduta con delle immagini.

Sembra che anche il famoso cantante Raf, l’inviato Sky Sport Giovanni Guardalà, Max Biaggi e l’ex ct della nazionale di calcio Antonio Conte vi abbiano fatto ricorso. 

Due esempi tratti dal mondo dello spettacolo possono essere dati dall’attore Nicolas Vaporidis, che ha dovuto fare fronte a un’alopecia piuttosto precoce, oppure dal modello e personaggio televisivo Rocco Pietrantonio, che è stato uno dei primi ad ammettere di aver fatto ricorso a questa tecnica.

Spostandoci all’estero, anche in questo caso troviamo parecchi nomi celebri, come:

    • Lo chef Gordon Ramsay
    • Il cantante Robbie Williams
    • Chris Martin, cantante e leader dei Coldplay
    • Il produttore Damon Elliott, figlio di Dionne Warwick
    • Elton John

…e molti atri ancora! Il fatto che anche dei personaggi celebri scelgano la tricopigmentazione al posto di metodi più tradizionali testimonia come questa tecnica sia assolutamente sicura e dia degli ottimi risultati.

Ci si può ispirare ai vip?

Molti clienti, quando si approcciano alla tricopigmentazione per la prima volta, chiedono di ottenere una capigliatura simile a quella del loro personaggio preferito. Perché no, se i risultati sono così soddisfacenti.

L’importante però è tenere bene a mente che ognuno è diverso e quindi cercando di copiare la chioma di un personaggio famoso il risultato potrebbe apparire innaturale. Meglio quindi cercare di riprodurre con la massima fedeltà, la propria attaccatura e forma del capello. 

Miti e false credenze sulla tricopigmentazione

miti e false affermazioni sulla tricopigmentazione
miti e false affermazioni sulla tricopigmentazione

Miti e falsità sulla tricopigmentazione

Quando si parla di tricopigmentazione i dubbi che sorgono sono molti e spesso ci si imbatte in false notizie riguardo al trattamento. Il rischio è ovviamente di non capire bene di cosa si tratta e, proprio per questo, di non prenderlo in considerazione come rimedio per combattere esteticamente la perdita dei capelli.

In questo articolo vogliamo quindi sfatare i miti più comuni sulla tricopigmentazione in modo da fare un po’ di chiarezza. Vediamoli insieme:

1) La tricopigmentazione è come un tatuaggio

Falso. La tricopigmentazione è, come dice il nome, un trattamento in cui si inseriscono dei pigmenti all’interno della pelle. Molto spesso viene chiamato “tatuaggio capelli” perché la tecnica è simile a quella del tatuatore. A differenza di un normale tatuaggio però non è una tecnica invasiva, in quanto i pigmenti raggiungono solo gli strati superficiali del derma, quindi possono andare via col tempo, non creano situazioni di rigetto e vengono utilizzati macchinari e pigmenti creati apposta per la tricopigmentazione professionale.

Inoltre le sostanze utilizzate per pigmentare il cuoio capelluto sono assolutamente atossiche e riassorbibili.

 

2) Il trattamento dura per sempre

Di nuovo falso. Diretta conseguenza del punto sopra è che il trattamento di tricopigmentazione una volta fatto non dura tutta la vita (né la tricopigmentazione semi-permanente e né quella permanente), ma col tempo tende a scolorire. Questo dipende poi da persona a persona e dalla cura che si ha della propria cute.

Naturalmente prima che scompaia del tutto ci vuole del tempo (a seconda anche del tipo di trattamento e del tipo di pelle); una buona idea è di effettuare un ritocco ogni tanto per mantenere il risultato visivo sempre ottimale.

3) La tricopigmentazione risulta “finta”

Assolutamente no! La tecnica di pigmentazione utilizzata è molto sofisticata e riesce a riprodurre al meglio un effetto rasatura totalmente naturale, grazie anche alla riproduzione dei “puntini” della stesso identico diametro di un capello.

Il cuoio capelluto non sembra quindi semplicemente “disegnato”, ma viene ricostituita in modo realistico tutta l’area in cui sono caduti i capelli, evitando stacchi di colore e ricreando un effetto volume.

 

4) Bisogna essere calvi per effettuare il trattamento

Falso. Non è necessario aver perso parecchi capelli per provare la tricopigmentazione. Questo trattamento può essere effettuato su tutte le aree della cute (piccole o grandi) in cui c’è stato un diradamento o una perdita dei capelli.

In questo modo ne possono beneficiare tutti, sia gli uomini che le donne. Queste ultime infatti, se pure meno colpite dalla alopecia, possono comunque riscontrare una caduta dei capelli per vari motivi, o magari semplicemente desiderano correggere un’area in cui la chioma si è assottigliata.

 

5) Bisogna rasarsi tutti i giorni

Anche questo, infine, è falso. Dopo aver effettuato il trattamento effetto rasato si pensa che sia necessario rasare la testa tutti i giorni per mantenerne l’aspetto naturale e omogeneo. In realtà basta rasarsi secondo i tempi di crescita del proprio capello, e un buon trattamento, è in grado di camuffare anche con il capello non completamente rasato. 

Fumo, alcool e calvizie

Correlazione fumo, alcol e calvizie
Correlazione fumo, alcol e perdita dei capelli

Effetti di fumo e alcool sulla calvizie

È risaputo che uno stile di vita poco salutare possa contribuire all’indebolimento dei capelli, fino a causarne la perdita. In particolare, un consumo eccessivo di alcool e fumo può provocare dei danni anche gravi alla chioma, perché compromette alcune funzioni molto importanti per l’organismo.

Naturalmente bere e fumare non sono la ragione primaria della comparsa della calvizie nell’uomo, ma studi recenti hanno dimostrato che in qualche modo la favoriscono.
Ecco come fumo e alcool sono correlati alla perdita dei capelli:

Danni causati dal fumo

Fumare fa male, è un dato di fatto. Nello specifico, per quanto riguarda i capelli, il fumo agisce come un vasocostrittore, rallentando la microcircolazione nei capillari del cuoio capelluto e impedendo la corretta ossigenazione dei bulbi. Un consumo smodato di sigarette inoltre compromette l’equilibrio batterico e la produzione del sebo e questo porta alla lunga a sviluppare delle infiammazioni sul cuoio capelluto e alla formazione di forfora, con conseguente caduta dei capelli.

Tra gli altri effetti il fumo impedisce la corretta assimilazione di sali minerali (in particolare lo zinco) e vitamine, sostanze importantissime per la salute del capello. Questo porta ad un assottigliamento dei fusti e al loro indebolimento.
La nicotina infine, finendo sul cuoio capelluto, tende a modificare la composizione chimica del sebo, provocando ulteriori danni. Smettere di fumare può far ricrescere i capelli? Nel caso di alopecia androgenetica la risposta è no, essendo questa provocata principalmente da cause genetiche. Evitare di fumare però può essere un buon modo per prevenire la caduta dei capelli, oltre che naturalmente per preservare la salute del corpo in generale.
Inoltre, sono a rischio anche i non fumatori che però vivono a contatto con persone che fumano. Dire loro di smettere è un’ottima idea!

Gli effetti dell’alcool

Come le sigarette, anche gli alcolici, se consumati in modo eccessivo, possono concorrere alla perdita dei capelli. Ovviamente un bicchiere di vino al giorno non fa male, l’importante è non esagerare con le quantità.
I capelli col tempo assorbono l’alcool come una spugna e questo va ad intaccare la produzione della cheratina di cui sono composti, oltre che di altri amminoacidi sintetizzati dal fegato. Il risultato è una crescita dei capelli rallentata e un assottigliamento della chioma.

Anche bere molto porta ad un cattivo assorbimento dello zinco. Una carenza di questo fondamentale minerale causa una cattiva crescita del capello, che tende a spezzarsi e a cadere facilmente.
Il consiglio è quindi di bere moderatamente ed evitare il più possibile i superalcolici, in modo da conservare la salute dei capelli e non andare a favorire la caduta.

Contrastare la calvizie con rimedi naturali

calvizie rimedi naturali
calvizie, rimedi naturali

Rimedi naturali per combattere la calvizie

La perdita dei capelli non va certamente sottovalutata ed è quindi consigliato consultare uno specialista per trovare una cura per contrastarla. Esistono tuttavia dei rimedi totalmente naturali che, se pure meno efficaci dei medicinali, riescono a prevenire la caduta e in parte a rallentarla.

Questi possono essere di tre tipi:

• Alimenti
• Integratori
• Lozioni (questi ultimi due acquistabili in erboristeria)
Vi sono inoltre delle ricette fai da te che possono essere realizzate facilmente con ingredienti reperibili in casa. Vediamo nel dettaglio ciascuna tipologia di rimedio:

Alimentazione

In generale vanno assunti tutti i cibi che hanno un grande contenuto di ferro, zinco e vitamina B5. Sono indicati quindi legumi, frutta secca, tuorlo d’uovo, germe di grano e semi oleaginosi.
Tra questi ultimi sono consigliati in particolare quelli di girasole e di zucca. Sembra infatti che riescano ad inibire parzialmente il cattivo funzionamento dell’enzima 5 alfa reduttasi, che è il principale responsabile della perdita dei capelli nell’uomo.

Integratori

Nel caso l’alimentazione sia insufficiente, le stesse sostanze nutritive possono essere assunte tramite integratori, sotto forma per lo più di capsule da assumere una o due volte al giorno.
Ci sono quelli a base di Serenoa Repens, una palma proveniente dall’America del sud, ricca di flavonoidi e fitosteroli. Un altro esempio sono anche gli integratori contenenti lievito di birra, contenente vitamine del gruppo B, enzimi e acido folico.

Lozioni

Una buona idea per contrastare la calvizie è di massaggiare il cuoio capelluto due-tre volte alla settimana con un rimedio erboristico che vada ad agire sulla microcircolazione e favorisca quindi l’ossigenazione dei bulbi piliferi.
Nella lozione i principi attivi possono essere sciolti in acqua o alcool e poi vaporizzati e massaggiati.
Un esempio di soluzione acquosa è quella con rosmarino, il cui olio essenziale restituisce un’immediata sensazione di freschezza e ha una leggera azione antinfiammatoria. In questo modo favorisce l’afflusso di sangue ai capillari e di conseguenza combatte l’indebolimento dei capelli.
Una soluzione alcoolica può essere ottenuta invece con olio essenziale di bardana. Questo, ottenuto dalla radice della pianta, ha una funzione sebo-regolatrice e antibatterica ed è in grado di limitare la perdita. È noto infatti che l’accumulo di polvere e sebo in eccesso vada ad appesantire il capello, rendendolo più soggetto alla caduta.

Ricette fai da te

Concludiamo infine con una facile ricetta da fare in casa. Si tratta di un impacco a base di aloe vera. Questa pianta dalle straordinarie proprietà ha un’azione cicatrizzante e idratante. Può quindi alleviare eventuali infiammazioni mantenendo tutto il cuoio capelluto morbido e sano.
Per realizzare l’impacco basta mescolare due o tre cucchiai di gel di aloe con dell’acqua, fino ad ottenere un composto fluido. Questo va distribuito sulla testa, tenuto in posa per circa dieci minuti e poi risciacquato. Non si tratta di un rimedio che può frenare la calvizie in modo definitivo ma certamente può aiutare.

Perdita di capelli: genetica o stile di vita?

Perdita di capelli, genetica o stile di vita
Perdita di capelli, genetica o stile di vita

Scopriamo cosa veramente incide sulla calvizie:

Ci si chiede spesso quali siano le cause della perdita dei capelli soprattutto maschile. Il dubbio più comune è se questa sia dovuta a delle cause ereditarie o dallo stile di vita che una persona ha.
In linea di massima si può rispondere che entrambe concorrono al problema, anche se va fatta una distinzione tra alopecia ereditaria e perdita dei capelli stagionale.
Se la prima è infatti causata soprattutto da fattori genetici, la seconda invece è fisiologica ma può peggiorare se si hanno dei ritmi sregolati.
Uno stile di vita poco salutare può ad ogni modo contribuire all’aumento della caduta, pertanto è consigliato cercare di seguire uno stile di vita il più possibile regolare e privo di stress.
Vediamo nel dettaglio come i due fattori intervengono nella perdita dei capelli:

 

Cause genetiche

La calvizie maschile è dunque ereditaria, anche se non compare in modo automatico.
Molti uomini temono infatti di perdere i capelli come il proprio padre o nonno ma può anche accadere, come per tutte le caratteristiche genetiche, che salti una generazione o non compaia per niente.
Inoltre da alcuni studi sembra che il gene responsabile si trovi nel cromosoma X, e quindi che si erediti dalla madre e in particolare dal nonno materno. Tuttavia questa teoria non è stata confermata; resta però il fatto che la componente genetica influisce fortemente sulla perdita dei capelli nell’uomo.
L’alopecia androgenetica è scatenata da dei fattori ormonali e in particolare da un mancato funzionamento dell’enzima 5 alfa reduttasi di tipo 2, che fa indebolire e perdere i capelli, fino alla loro scomparsa.

 

Stile di vita

Lo stress come le cattive abitudini possono condizionare la caduta dei capelli. Una perdita di peso, come una dieta povera di vitamine del gruppo B possono portare a un indebolimento dei capillari sanguigni, rendendo più difficile il trasporto dell’ossigeno alle cellule dei follicoli piliferi. La conseguenza è che la circolazione sanguigna del cuoio capelluto viene rallentata, con conseguente caduta dei capelli.
Avere uno stile di vita regolare certamente non garantisce che i capelli non cadano, però è un buon modo per prevenirne la perdita.

Ḕ quindi sicuramente utile:

  • Bere molta acqua
  • Avere un’alimentazione varia e ricca soprattutto di proteine e vitamine
  • Fare esercizio fisico
  • Non fumare
  • Non eccedere con gli alcolici
  • Lavare i capelli con uno shampoo delicato che deterga la cute senza aggredire il capello
  • Cercare di favorire la circolazione tramite il massaggio del cuoio capelluto con i polpastrelli

Sembrerà infine scontato, ma anche evitare lo stress è un vero toccasana contro la caduta dei capelli, pertanto può essere utile appena possibile prendersi pause e fare lunghe camminate nella natura.

Le 3 aree della tricopigmentazione

aree della tricopigmentazione, frontale, mid scalp, corona
aree della tricopigmentazione, frontale, mid scalp, corona

Le tre aree della tricopigmentazione: frontale, mid scalp e vertex

Il diradamento dei capelli, come è noto, non avviene in un modo casuale, ma si concentra su aree precise del cuoio capelluto. Nell’uomo, in particolare, queste sono tre:

• Area frontale:

questa è la zona più comune dove vengono persi i capelli. Si tratta di quella che in italiano chiamiamo “stempiatura”, ossia dell’area frontale all’attaccatura dei capelli, che tende ad arretrare in modo più o meno accentuato, formando una tipica forma “a V”.

• Mid scalp:

Se la perdita dei capelli nella zona della hairline continua a progredire, successivamente comincia ad interessare la parte mediana, o mid scalp. Questa è la zona centrale e superiore della testa.

• Vertex:

Un ulteriore perdita potrebbe verificarsi nel vertex (o corona), cioè il vertice o sommità del cuoio capelluto. La perdita dei capelli può anche essere isolata solo in questa zona. Molti uomini infatti non presentano stempiatura, ma hanno la caduta concentrata solo sul vertex.

Molti uomini vedono la rasatura come la soluzione definitiva per nascondere la calvizie, ma in realtà spesso dal punto di vista estetico questa non è abbastanza.

La tricopigmentazione può essere un’ottima soluzione, anche se ovviamente va eseguita e valutata caso per caso.
Ogni persona è infatti diversa e il trattamento può richiedere più o meno sedute a seconda di quanto è vasta la zona da coprire. In linea di massima la tricopigmentazione è comunque efficace e può dare dei buonissimi risultati in qualunque area la si esegua.

 

Efficacia della tricopigmentazione sulle tre aree

Sulla zona frontale questo trattamento riesce a ricostruire in modo naturale la linea di attaccatura dei capelli (hairline), che è quella che meglio si adatta al viso della persona. Molti infatti chiedono di coprire la fronte più del dovuto, magari proponendo foto di attori famosi, ma in realtà la giusta hairline è semplicemente quella con cui una persona è nata.
Grazie alla tricopigmentazione si può correggere efficacemente la stempiatura, ricreando un effetto rasato naturale e coprendo la zona in modo uniforme.

Lo stesso risultato si può ottenere estendendo il trattamento anche all’area del mid scalp, ottenendo una copertura ottimale su tutta la zona in cui sono caduti i capelli.
Nell’area centrale del cuoio capelluto si cerca anche di riprodurre la naturale densità dei capelli, mantenendo una colorazione omogenea.

Sul vertex solitamente la perdita dei capelli è accompagnata anche da un generale assottigliamento del capello. La tricopigmentazione in questo caso serve non solo a correggere il diradamento, ma anche a ricostituire un effetto volume sulla sommità del capo.
Qualunque sia la zona trattata, dopo la seduta iniziale, si può attendere che il trattamento si stabilizzi e successivamente effettuare un’ulteriore seduta per perfezionare il lavoro e arrivare a una perfetta copertura dell’area.

Cos’è la scala Norwood?

Scala Norwood - Stadi della calvizie
Scala Norwood - Stadi della calvizie

Scopriamo la scala di Norwood-Hamilton:

La perdita dei capelli nell’uomo generalmente può comparire in due aree distinte, quella fronto-parietale, che comincia all’attaccatura dei capelli e quella superiore, che interessa il vertice o vertex.
A seconda del suo grado di intensità, la calvizie maschile si può suddividere in più stadi.Il primo ad effettuare una classificazione di questo tipo fu lo studioso James B. Hamilton, che negli anni ’50 creò una scala che portava il suo nome, divisa in cinque stadi.

Negli anni ’70, Norwood volle perfezionare la scala di Hamilton, suddividendola ulteriormente in sette stadi, alcuni dei quali hanno più varianti.
La scala così ottenuta si chiama scala di Norwood-Hamilton e ad oggi è quella che comunemente viene utilizzata in tutto il mondo per classificare la calvizie dell’uomo.

Ecco tutti gli stadi nel dettaglio, ciascuno con le proprie varianti:

Stadio I
In questo stadio non vi è una significativa perdita dei capelli, ma si nota un leggero arretramento nella zona fronto-parietale all’attaccatura.

Stadio II
La stempiatura si fa più evidente e si cominciano a perdere i capelli in maniera più abbondante.

Stadio II A
Rispetto allo stadio precedente, la stempiatura si fa ancora più accentuata.

Stadio III
A partire da questo stadio si comincia a parlare di calvizie vera e propria.Le stempiature sono via via più evidenti, e la zona all’attaccatura assume una tipica forma a “V”.Da qui la calvizie continuerà con molta probabilità ad avanzare.

Stadio III A
Questa è una variante dello stadio III in cui non compare la forma a “v” poiché i capelli tendono ad arretrare anche nella parte centrale dell’attaccatura.

Stadio III V (Vertex)
I capelli cominciano a cadere, oltre che all’attaccatura, anche sul vertex.

Stadio IV
La stempiatura è ormai piuttosto estesa e si perdono i capelli anche nella zona superiore.

Stadio IV A
L’area del vertex è sempre più interessata dalla perdita dei capelli.

Stadio V
A partire da questo stadio la regione ancora coperta di capelli che separa la zona fronto-parietale dal vertex è sempre più ridotta.

Stadio V A
Le regioni di headline, mid scalp e vertex sono ormai praticamente unite in un’unica area, completamente calva.

Stadio VI
La calvizie copre una sola area indistinta e la caduta dei capelli comincia a estendersi anche nelle zone laterali e posteriore del cuoio capelluto.

Stadio VII
Arrivati a questo stadio, la calvizie ha ormai raggiunto il suo massimo livello. Il cuoio capelluto è privo di capelli, salvo una sottile striscia che attraversa la testa in modo laterale, da un orecchio all’altro.

Che cos’è la Tricopigmentazione

Cos'è la tricopigmentazione e come funziona

Guida alla Tricopigmentazione

Stai cercando una soluzione efficace al tuo problema di calvizie? Vuoi risolvere il diradamento dei capelli, la stempiatura o coprire antiestetiche cicatrici del cuoio capelluto senza mettere a rischio la tua salute? La Tricopigmentazione è la risposta a tutti questi problemi. Ma vediamo nello specifico di cosa si tratta.

La Tricopigmentazione semipermanente è una valida alternativa alla chirurgia o ai sistemi di rinfoltimento non chirurgici (parrucche o impianto di capelli sintetici).
È una tecnica innovativa non invasiva che deriva dal tatuaggio e che permette, grazie all’impiego di strumenti specifici (ago metallico sterile monouso, dermografo, pigmenti dedicati ecc.) di introdurre nel derma superficiale delle piccole quantità di pigmento per simulare otticamente il capello nella fase di ricrescita.

È ideale per mascherare la perdita di capelli sia nel caso siano rasati, sia che siano lunghi: in pratica, una testa calva sembrerà ricoperta da capelli cortissimi e una testa con capelli diradati sembrerà più folta grazie ai pigmenti colorati che riducono il contrasto cromatico tra i capelli e la cute.

La Tricopigmentazione è attualmente considerata semipermanente perché, a differenza del tatuaggio, introduce nel derma superficiale pigmenti bioriassorbibili

 

Come nasce la Tricopigmentazione

Un po’ di storia: la micropigmentazione dello scalpo, che deriva dall’idea di tatuaggio dei capelli, è nata oltre 10 anni fa dal tatuatore e attuale CEO di His hair Clinic, Ian Watson, il quale, in seguito a un lutto familiare, aveva perso tutti i capelli. Per questo, aveva cominciato a simularli tutti i giorni disegnandoseli con una matita da make up e, una volta capito che questo “camuffamento” dava buoni risultati e la gente non si accorgeva della differenza, iniziò a elaborare l’idea di un tatuaggio semipermanente per i follicoli dello scalpo. L’idea ebbe talmente successo che venne presto elaborata e perfezionata.

In Italia, la tecnica della Tricopigmentazione prese piede poco dopo, grazie al sostegno di numerose community che trattavano l’argomento della perdita dei capelli. La possibilità di risolvere il problema in modo naturale e sicuro, senza dover per forza ricorrere alla chirurgia, suscitò immediatamente grande interesse da parte di tutti coloro che soffrivano di questo problema.

 

Perché i pigmenti riassorbibili sono l’idea vincente

L’utilizzo di pigmenti riassorbibili è un’idea geniale perché permette di evitare i problemi legati ad una pigmentazione permanente. Ci spieghiamo meglio: nel tempo, i tratti della persona mutano e la Tricopigmentazione semipermanente si adatta nel miglior modo possibile ai cambiamenti della morfologia fisica. In parole più semplici: con l’avanzare dell’età, puoi decidere di adattare il grado di Tricopigmentazione in base ai cambiamenti del tuo cuoio capelluto, come ad esempio i differenti gradi di stempiatura.

Inoltre, cosa affatto trascurabile, se cambi idea o ti stanchi di tenere i capelli sempre nello stesso modo, puoi scegliere di non effettuare il mantenimento e la Tricopigmentazione, nel tempo, scomparirà. Non male, vero?
Ecco perché l’utilizzo di pigmenti riassorbibili è una scelta azzeccata e sicura: oltre a essere “reversibile”, offre la possibilità di regolare il design, l’infoltimento o l’attaccatura dei capelli in linea con le tendenze della moda e dei tuoi cambiamenti fisici, durante gli appuntamenti di manutenzione.
Libertà totale di scelta e soddisfazione garantita!

 

I possibili trattamenti della Tricopigmentazione

Come abbiamo spiegato, i trattamenti che possono essere effettuati con la tecnica di Tricopigmentazione sono diversi; sarete tu e lo specialista a decidere insieme quale è quello più adatto a risolvere il tuo problema. Vediamo insieme quali sono.

Effetto densità: per mantenere i capelli lunghi (sopra 1 cm). In questo caso si esegue un effetto rasato più intenso e i puntini vengono matematicamente disposti in maniera differente nella seconda seduta.

Effetto rasato: è ideale se si vogliono tenere i capelli molto corti, circa 1mm. In questo caso sarà simulata una testa rasata e la densità dipenderà da alcune variabili come il fototipo, la densità in zona occipitale e superiore, le aspettative del paziente etc. 

Copertura cicatrici: la Tricopigmentazione è perfetta per mascherare le cicatrici dovute a interventi chirurgici di trapianto di capelli mal riusciti o dopo ferite al cuoio capelluto. È importante ricordare però che non tutte le cicatrici possono essere trattate con successo, si valuta caso per caso.

 

Puoi vedere alcuni esempi di “prima e dopo” la Tricopigmentazione eseguiti dallo Studio Trico+ qui.

 

Quanto dura la Tricopigmentazione?

Come ti abbiamo spiegato, la Tricopigmentazione è semipermanente. In generale, ha una durata massima di circa 36 mesi, ma è importante comprendere che è tuttavia altamente soggettiva, date le personali caratteristiche fisiche e abitudinarie. 

Durante il processo di schiarimento il puntino “sfuma” e crea insieme agli altri depositi di pigmento una specie di alone molto naturale che simula il colore della cheratina quando i capelli sono appena stati rasati. Per questo motivo, durante le sedute di mantenimento, vengono aggiunti puntini nuovi, intensi e nitidi che simuleranno i capelli in fase di crescita. L’alone precedente farà da base, aumentando l’effetto naturalezza dell’insieme.
L’unione di queste due cose crea il concetto di tridimensionalità ottica, anche se materialmente la Tricopigmentazione rimane totalmente un trattamento bidimensionale. In sostanza, quando ti toccherai la testa dopo aver eseguito una Tricopigmentazione del capello, non sentirai nulla al tatto, la superficie sarà sempre liscia.

Se ti stai domandando se le persone si accorgeranno di questo effetto ottico, la risposta è NO e puoi vedere alcuni esempi di eccellenti trattamenti eseguiti dallo Studio Tricopiù qui.

Differenze tra Tricopigmentazione e tatuaggio classico

Se ti spaventa un po’ l’idea di farti “tatuare la testa”, non preoccuparti, ci sono sostanziali differenze tra Tricopigmentazione e tatuaggio classico. Ma vediamo di fare un po’ di chiarezza insieme.

Come detto, l’inserimento di pigmenti nella cute in maniera puntiforme deriva dal tatuaggio e più nello specifico, da una tecnica chiamata “Dotwork” o “dot style”.

Questa tecnica prevede il disegno del soggetto tramite singoli puntini molto ravvicinati tra loro e si lasciano dei piccoli spazi che separano le zone pigmentate e le zone non trattate. Così, l’effetto percepito risulterà tridimensionale.

Nella Tricopigmentazione il principio è simile perché anch’essa prevede l’introduzione nella cute di sostanze atossiche che colorano lo strato più superficiale del derma ed ecco perché la Tricopigmentazione può essere vista come un “tatuaggio per capelli”.

Ma quali sono le differenze sostanziali tra Tricopigmentazione e tatuaggio classico?

  • La Tricopigmentazione è una tecnica scientifica non invasiva di pigmentazione della cute che ne migliora l’estetica. Nei follicoli dei capelli vengono introdotti dei pigmenti riassorbibili, che restano nello strato più superficiale del derma. In questo modo, i pigmenti si scolorano o vanno via con il tempo e il risultato potrà essere modificato e adattarsi ad ogni cambiamento.
  • Il tatuaggio, invece, è una tecnica artistica invasiva che utilizza inchiostri non bioriassorbibili che penetrano nello strato più profondo del derma, quindi permanenti a vita sulla pelle. Rispetto alla Tricopigmentazione è più invasivo perché la pistola da tatuatore è molto meno delicata dello strumento da Tricopigmentazione dove il dolore spesso è assente.
  • La Tricopigmentazione del cuoio capelluto consente al cliente e al tecnico di modificare o aggiornare il risultato come e quando necessario. Se decidi di non mantenere la micropigmentazione del cuoio capelluto, questa potrà svanirà naturalmente. (Al contrario della tricopigmentazione permanente!)
  • L’unico modo sicuro ed efficace per rimuovere un tatuaggio è con uno speciale trattamento laser, molto costoso e che richiede diverse sessioni per il completamento.

 

Differenze tra tecnico tricopigmentista e tatuatore

È essenziale comprendere che il tricopigmentista ed il tatuatore classico sono due figure professionali distinte: ciò che le differenzia sono le competenze, la strumentazione e le tecniche di applicazione dei pigmenti.

Competenze:
Il tecnico tricopigmentista viene formato esclusivamente per riprodurre sul cuoio capelluto dei punti di colore che dovranno simulare realisticamente dei capelli o infoltire i capelli già esistenti in presenza di un diradamento di scarsa o media entità. Deve conoscere le problematiche legate alle calvizie e alle dinamiche del cuoio capelluto ma non è necessario che conosca le tecniche del tatuaggio tradizionale.

Strumentazione:
La strumentazione utilizzata dal tricopigmentista è diversa dalla macchina per tatuare. Il tricopigmentista utilizza un dermografo appositamente studiato per il cuoio capelluto dove l’ago è più sottile, penetra in uno strato più superficiale del derma e rilascia una quantità controllata di pigmento.
Il “disegno” deve risultare micro-preciso ed evitare cambiamenti di colore e l’allargamento dei puntini, cosa che succede sovente con i tatuaggi classici.

Tecniche:
La tecnica di applicazione dei pigmenti è appositamente studiata per la Tricopigmentazione: si ottengono risultati estremamente realistici e duraturi nel tempo grazie a movimenti particolari dell’ago e specifici reticolati di puntini diversi studiati per ogni paziente, valutati caso per caso.

Le tecniche del tatuatore classico non possono creare questi effetti perché non ha le competenze, la strumentazione e la formazione specifica del tricopigmentista. Per questo è molto importante affidarsi solo ad esperti del settore della Tricopigmentazione, per evitare di incorrere in disastri estetici a cui poi è difficile porre rimedio in modo soddisfacente.  

 

Perché scegliere la Tricopigmentazione rispetto ad altre soluzioni

Perdere i capelli viene vissuto da tante persone, uomini e donne, come un dramma. Si sa, una testa folta rende l’aspetto più giovane e può infondere maggiore sicurezza.
Esistono diverse soluzioni per chi desidera mascherare le zone in cui i capelli non crescono più, vediamo insieme quali sono e perché, alla fine, concorderai che la Tricopigmentazione è la soluzione più sicura, vantaggiosa e l’unica con effetto immediato naturale!

Autotrapianto di capelli
Offre buoni risultati estetici ma è quello più a rischio di cattiva riuscita. Si tratta di una operazione chirurgica vera e propria, molto costosa, invasiva e con tempi di ripresa fisica molto lunghi. Soprattutto, non garantisce che il cuoio capelluto non rigetti la nuova parte trapiantata. Vale la pena soffrire così tanto per un risultato assolutamente non garantito?

Impianto capelli sintetici
Anche questo offre buoni risultati estetici ma una percentuale degli impianti che varia dal 10 al 20% tende a cadere nuovamente ogni anno, e non in modo uniforme. Infatti, quando il cuoio capelluto viene “stressato” sempre negli stessi punti (per esempio quando si dorme nella stessa posizione ogni notte), ecco che avviene una perdita di capelli localizzata repentina.

Protesi per capelli (parrucca)
Ammettiamolo, in tantissimi casi è piuttosto evidente che si sta indossando una parrucca e l’effetto è tutto il contrario del naturale, anzi, risulta piuttosto sgradevole. Inoltre, indossandola, lo scalpo soffre di mancanza di traspirazione e la parrucca ha continuamente bisogno di essere lavata e ri-incollata. Cosa non da poco, non si può usare la parrucca quando si fanno bagni in mare o in piscina, perché rischia di scivolare via o di rovinarsi irrimediabilmente.

Risultati della Tricopigmentazione oggi

Attualmente, la tecnica della Tricopigmentazione è sempre più ricercata tra le persone che vogliono mascherare la perdita dei capelli o coprire antiestetiche cicatrici. I suoi risultati sono qualitativamente e quantitativamente molto apprezzabili perché la Tricopigmentazione non è invasiva, non è permanente e dona un effetto molto naturale: non si nota il camuffamento.
Nel tempo poi, la ricerca tecnologica si è perfezionata e oggi garantisce risultati ottimali, precedentemente non raggiungibili.
Se ricorrere alla chirurgia ti spaventa o se, purtroppo, l’intervento di trapianto di capelli non è andato a buon fine, oggi hai la soluzione giusta per risolvere il tuo problema di perdita dei capelli in modo risolutivo e immediato.
Se anche tu vuoi dire basta al “parrucchino” e sfoggiare di nuovo una testa otticamente infoltita, la Tricopigmentazione dei capelli fa al caso tuo. 

Infine, ci teniamo a sottolineare che la Tricopigmentazione semipermanente è un trattamento senza alcun rischio per la salute e i pigmenti utilizzati da Trico+ sono certificati e rispettano le normative CE

Puoi richiedere una consulenza gratuita allo Studio Tricopiù direttamente qui